La sentenza Churchill 2023 della UK Court of Appeal afferma che un giudice può legittimamente sospendere un procedimento e invitare le parti ad esperire una procedura alternativa per la risoluzione della controversia

Rss feed Invia ad un amico
Avv. Carlotta  Calabresi

JAMES CHURCHILL v./ MERTHYR TYDFIL COUNTY BOROUGH COUNCIL[2023] EWCA Civ 1416, 29 novembre 2023 (Sentenza Churchill) avanti a LADY CARR OF WALTON-ON-THE-HILL, LADY CHIEF JUSTICE OF ENGLAND AND WALES SIR GEOFFREY VOS, MASTER OF THE ROLLS, LORD JUSTICE BIRSS

A cura del Mediatore Avv. Carlotta Calabresi da Roma.
Letto 551 dal 04/09/2024

La UK Court of Appeal, nella sentenza Churchill v Merthyr Tydfil County Borough Council (Churchill)[1] del 29 novembre 2023 ha stabilito un importante principio in diritto del Regno Unito in tema di risoluzione alternativa delle controversie (ADR) secondo cui “il tribunale può legittimamente sospendere i procedimenti in corso per ordinare alle parti di tentare la risoluzione extra-giudiziale della controversia”.
 
Churchill avviava un’azione civile per molestie/abuso del diritto (in nuisance) sostenendo che una certa alga giapponese si era propagata dal terreno di proprietà del vicino (Council, il soggetto convenuto) nella sua proprietà, causando dei danni, il depauperamento di valore della proprietà e una limitazione nel godimento nella stessa. Quest’ultimo aveva eccepito il mancato esercizio della Corporate Complaints Procedure (prevista dallo stesso Coucil) prima di avviare la causa. Il giudice di primo grado, Deputy District Judge Kempton Rees, aveva respinto la richiesta del convenuto Merthyr Tydfil Coucil di sospendere il procedimento (stay of proceedings) intentato dal signor Churchill.
 
Il pre-action protocol applicabile nel caso di specie (Practice Direction on Pre-Action Conduct and Protocols entrato in vigore nel 1999 e successivamente emendato nel 2015 e nel 2022[2]) prevede che, prima di avviare un procedimento, le parti scambino informazioni e prendano in considerazione una forma di Alternative Dispute Resolution al fine di ridurre i costi della risoluzione della controversia, essendo la litigation un rimedio di ultima istanza (last resort). Pur non essendo obbligatorio il ricorso a tale ADR, è possibile che venga richiesto alle parti di dimostrare di aver preso in considerazione tali procedimenti alternativi e che un rifiuto irragionevole (unreasonable) potrebbe comportare il dover sostenere un extra costo.
 
La sentenza di primo grado è stata appellata dal Council. Trattandosi di una materia di grande importanza sia pratica che teorica (an important point of principle and practice) il caso viene assegnato alla UK Court of Appeal. La Corte d’appello, estensore Sir Geoffrey Vos, Master of the Rolls, esamina la questione se un tribunale può legittimamente ordinare alle parti un procedimento extra-giudiziario di risoluzione delle controversie e, in caso affermativo, in quali circostanze dovrebbe farlo. Nel caso di specie l’attore non era tenuto contrattualmente ad esperire tale rimedio (an internal complaints procedure operated by a local authority).
 
La sentenza Churchill ha stabilito che il giudice di prime cure Deputy District Judge Kempton Rees a torto ha ritenuto di doversi attenere al precedente  Halsey v Milton Keynes General NHS Trust (Halsey)[3] che aveva negato la sospensione del giudizio in quanto il principio che costringere le parti ad una procedura ADR è una limitazione all’accesso alla giustizia (compulsion of ADR would be regarded as an unacceptable constraint on the right of access to the court) fosse in realtà solo un obiter dictum e non il principio di diritto (ratio decidendi) di tale sentenza. Halsey aveva affermato che l’imposizione della mediazione obbligatoria comporta un diniego di giustizia (denial of justice) facendo riferimento all’art. 6 paragrafo 1 CEDU[4] e al caso Deweer v Belgium (1980) 2 EHRR 439[5].
 
In secondo luogo, la Corte d’Appello ha accolto le eccezioni (submissions) dell’appellante Council secondo cui il tentativo extra-giudiziario di risoluzione della controversia (non-court based dispute resolution process) non avrebbe leso il diritto fondamentale dell’attore al giusto processo (fair trial), aveva un fondamento legittimo (legitimate aim) e da ultimo sarebbe stato un rimedio proporzionato. Il ragionamento della Corte trova conforto in fonti legislative e giurisprudenziali sia nazionali[6], che della Corte di Giustizia dell’Unione europea (ante Brexit)[7] che della Corte europea dei diritti umani del Consiglio d’Europa[8]. Del resto, i tribunali del Regno Unito hanno la consuetudine di sospendere i processi e rinviare le udienze per consentire alle parti di negoziare possibili settlement.
 
La sentenza Churchill richiama altresì il rapporto 2021 del UK Civil Justice Council[9] sul tema delle ADR nel quale si evidenzia che “le parti possono essere legittimamente obbligate a partecipare all'ADR” e che a certe condizioni “la partecipazione obbligatoria all'ADR potrebbe essere uno sviluppo auspicabile ed efficace”[10]. La giustizia non si svolge necessariamente solo in tribunale davanti ad un giudice togato (il cd. day in court) che decide chi ha ragione e chi ha torto e le ADR possono essere efficaci dal punto di vista dei costi e più rapide rispetto al processo, risorsa preziosa che non va sprecata. La sentenza Churchill afferma inoltre che l'esperienza ha dimostrato che è estremamente vantaggioso per le parti in causa poter risolvere le loro controversie in modo rapido ed economico e che anche con parti inizialmente riluttanti, la mediazione può spesso avere successo[11]. Quanto al metodo prescelto, la Corte ha una certa discrezionalità adottando i criteri suggeriti dal Bar Council [12](Ordine degli Avvocati) che potremmo definire indici di mediabilità[13].
 
La decisione Churchill è stata salutata con favore dalla dottrina, dai professionisti del settore[14] e dai magistrati[15]. In seguito a tale importante sentenza, un tribunale potrà sospendere il giudizio e invitare le parti a tentare la risoluzione della controversia attraverso un metodo ADR[16].
 
 
 
 
 
 
 
 
 
[2] Practice Direction – Pre-Action Conduct And Protocols, in  https://www.justice.gov.uk/courts/procedure-rules/civil/rules/pd_pre-action_conduct
[4] La Convenzione Europea per la protezione dei diritti dell’uomo del 1950 si trova in italiano in https://presidenza.governo.it/CONTENZIOSO/contenzioso_europeo/documentazione/Convention_ITA.pdf. Art. 6, paragrafo 1: Ogni persona ha diritto a che la sua causa sia esaminata equamente, pubblicamente ed entro un termine ragionevole da un tribunale indipendente e imparziale, costituito per legge, il quale sia chiamato a pronunciarsi sulle controversie sui suoi diritti e doveri di carattere civile o sulla fondatezza di ogni accusa penale formulata nei suoi confronti. La sentenza deve essere resa pubblicamente, ma l’accesso alla sala d’udienza può essere vietato alla stampa e al pubblico durante tutto o parte del processo nell’interesse della morale, dell’ordine pubblico o della sicurezza nazionale in una società democratica, quando lo esigono gli interessi dei minori o la protezione della vita privata delle parti in causa, o, nella misura giudicata strettamente necessaria dal tribunale, quando in circostanze speciali la pubblicità possa portare pregiudizio agli interessi della giustizia.
[6] Section 1 (1) e (3), 1.4 (1) e (2); 3.1; 26.5 new Civil Procedure Rules 1997; Unison [2017] UKSC 51, in https://www.supremecourt.uk/cases/uksc-2015-0233.html
[7] Alassini v. Telecom Italia SpA (Joined Cases C-317/08, C-301/08, C-319/08 and C-320/08) [2010] 3 CMLR 17, in Riv. Arb. 2010, fascicolo 4, pagg. 63 ss con mia nota Sulla conformità al diritto comunitario del tentativo obbligatorio di conciliazione dinanzi al Co.re.com. in materia di telecomunicazioni: un test per la nuova mediazione?; Menini v. Banco Popolare Società Cooperativa [2018] CMLR 15.
[8] Art. 6. CEDU; la già citata sentenza Deweer v Belgium (1980) 2 EHRR 43; Ashingdane v. United Kingdom (1985) 7 EHRR 528; Tolstoy Miloslavsky v. United Kingdom (1995) 20 EHRR 442; Z and others v. United Kingdom (2002) 34 EHRR 3; Momcilovic v. Croatia (2019) 69 EHRR 14.
[10] Any form of ADR which is not disproportionately onerous and does not foreclose the parties' effective access to the court will be compatible with the parties' Article 6 rights.
[11] Experience has shown that it is extremely beneficial for the parties to disputes to be able to settle their differences cheaply and quickly. Even with initially unwilling parties, mediation can often be successful.
[13] (i) The form of ADR being considered, (ii) whether the parties were legally advised or represented, (iii) whether ADR was likely to be effective or appropriate without such advice or representation, (iv) whether it was made clear to the parties that, if they did not settle, they were free to pursue their claim or defence, (v) the urgency of the case and the reasonableness of the delay caused by ADR, (vi) whether that delay would vitiate the claim or give rise to or exacerbate any limitation issue, (vii) the costs of ADR, both in absolute terms, and relative to the parties' resources and the value of the claim, (viii) whether there was any realistic prospect of the claim being resolved through ADR, (ix) whether there was a significant imbalance in the parties' levels of resource, bargaining power, or sophistication, (x) the reasons given by a party for not wishing to mediate: for example, if there had already been a recent unsuccessful attempt at ADR, and (xi) the reasonableness and proportionality of the sanction, in the event that a party declined ADR in the face of an order of the Court.
[14] R. Johnson, Dispute resolution: judgment in Churchill finds in favour of court-mandated ADR, 2023, in https://www.ibanet.org/Dispute-resolution-court-decision-in-Churchill-finds-in-favour-of-court-mandated-ADR riporta le parole di Jane Colston, segretario dell'IBA Litigation Committee: “la decisione della Corte d'Appello nella causa Churchill/Merthyr Tydfil conferma il ruolo integrale dell'ADR e della mediazione nella risoluzione efficace delle controversie” e “la Corte ha incoraggiato le parti a pensare in modo strategico quando si avvicinano alla risoluzione di controversie complesse e ha sostenuto le parti che cercano di risolvere le controversie in modo equo e conveniente”.
[15] R. Johnson, The new landscape for ADR post-Churchill, 2024, in https://www.ibanet.org/the-new-landscape-for-adr-post-churchill riporta il commento di Sir Geoffrey Vos, Head of Civil Justice in the UK secondo cui ““l'ADR non dovrebbe più essere considerata come ‘alternativa’, ma come parte integrante del processo di risoluzione delle controversie”.
[16] Sir Geoffrey Vos, Master of the Rolls si chiede: despite what Dyson LJ said in Halsey, the court lawfully stay proceedings for, or order, the parties to engage in a non-court-based dispute resolution process? E risponde: In my judgment, that power does indeed exist.

 

 
 
 

aa
Chi è l'autore
Avv. Carlotta  Calabresi Mediatore Avv. Carlotta Calabresi
Dopo diversi anni di esperienza in studi legali italiani ed internazionali e di ricerca universitaria che coltivo tuttora (Luiss Guido Carli, Università Politecnica delle Marche, Università di Urbino), nel 2010 mi sono avvicinata a questa nuova professione introdotta in Italia grazie alla direttiva UE 52/2008 e ho trovato una strada consona alla mia natura pacifica, sempre alla ricerca della soluzione equilibrata e di buon senso.

In questi 14 anni ho visto cambiare la mentalità di avvocati e...
continua





Per noi la tutela della privacy è una cosa seria: I dati immessi non vengono usati per scopi pubblicitari, in ottemperanza al D.lgs.196/2003

I campi contrassegnato con (*) sono obbligatori

Invia









ok