L’efficacia della mediazione aumenta quando le parti entrano effettivamente in mediazione.
Per tale ragione il Governo sta studiando alcune misure per estendere le materie soggette al nuovo istituto conciliativo e al contempo rafforzare il potere dei giudici di imporre alle parti del giudizio l’attivazione del procedimento ove ne ricorrano i presupposti.
Sono le parole espresse dal Ministro Orlando lo scorso 26 maggio al convegno organizzato dal CNF a Roma, analizzando gli ultimi dati forniti dalla direzione statistica del Ministero della Giustizia, da cui emerge con chiarezza che nel 43, 5 per cento dei casi in cui le parti entrano in mediazione, si giunge ad un accordo.
Un dato positivo sovente offuscato dalla condotta delle parti disinteressante alla conciliazione e verso le quali è opportuno studiare misure normative che facciano comprendere appieno i vantaggi di una soluzione amichevole rispetto a quella processuale.
Per tale ragione il Governo sta studiando alcune misure per estendere le materie soggette al nuovo istituto conciliativo e al contempo rafforzare il potere dei giudici di imporre alle parti del giudizio l’attivazione del procedimento ove ne ricorrano i presupposti.
Sono le parole espresse dal Ministro Orlando lo scorso 26 maggio al convegno organizzato dal CNF a Roma, analizzando gli ultimi dati forniti dalla direzione statistica del Ministero della Giustizia, da cui emerge con chiarezza che nel 43, 5 per cento dei casi in cui le parti entrano in mediazione, si giunge ad un accordo.
Un dato positivo sovente offuscato dalla condotta delle parti disinteressante alla conciliazione e verso le quali è opportuno studiare misure normative che facciano comprendere appieno i vantaggi di una soluzione amichevole rispetto a quella processuale.
