Recentemente, a margine di una esperienza personale nel mondo del
volontariato, ho avuto modo di sentir parlare dei Ricostruttori, un gruppo di
monaci che, attraverso la preghiera e la meditazione, si prefigge di aiutare le
persone colpite a vario titolo da eventi psichicamente traumatici (malattie,
lutti, ecc) e quindi disperse e disorientate, in modo da farle rientrare in se
stesse, facendo riguadagnare loro l'equilibrio spirituale perduto.
volontariato, ho avuto modo di sentir parlare dei Ricostruttori, un gruppo di
monaci che, attraverso la preghiera e la meditazione, si prefigge di aiutare le
persone colpite a vario titolo da eventi psichicamente traumatici (malattie,
lutti, ecc) e quindi disperse e disorientate, in modo da farle rientrare in se
stesse, facendo riguadagnare loro l'equilibrio spirituale perduto.
Ecco, prendendo spunto da questa "notizia", ho laicamente isolato dal suo
contesto alcune parole chiave, e, con la mente alla mediazione, le ho
analizzate alla luce della mia pur non lunghissima esperienza "sul campo",
traendone alcune considerazioni su questo istituto ormai entrato a far parte
degli strumenti di risoluzione di molte tipologie di controversie legali. Le
parole in questione sono: aiutare, persone, disorientate, equilibrio,
ricostruttori.
Da qui sono partita per un breve viaggio nel significato della mediazione, che
vorrei condividere criticamente con chi legge, per raccogliere riflessioni utili a
tutti quelli che ogni giorno si cimentano con questo strumento, convinti che
sia davvero una chance da sfruttare appieno, e non un semplice passaggio
obbligato per guadagnare un posto di diritto nelle aule dei tribunali.
Inizio del "viaggio":
contesto alcune parole chiave, e, con la mente alla mediazione, le ho
analizzate alla luce della mia pur non lunghissima esperienza "sul campo",
traendone alcune considerazioni su questo istituto ormai entrato a far parte
degli strumenti di risoluzione di molte tipologie di controversie legali. Le
parole in questione sono: aiutare, persone, disorientate, equilibrio,
ricostruttori.
Da qui sono partita per un breve viaggio nel significato della mediazione, che
vorrei condividere criticamente con chi legge, per raccogliere riflessioni utili a
tutti quelli che ogni giorno si cimentano con questo strumento, convinti che
sia davvero una chance da sfruttare appieno, e non un semplice passaggio
obbligato per guadagnare un posto di diritto nelle aule dei tribunali.
Inizio del "viaggio":
- Punto di partenza :cosa si richiede al mediatore? aiutare le persone.
- Motivo della richiesta di aiuto: risoluzione di un conflitto interpersonale che ha generato disorientamento, disequilibrio, lite.
- Punto di arrivo della mediazione: ricostruzione di una armonia,eliminazione del conflitto.
- Scopo - Fine del "viaggio": reciproca soddisfazione delle parti, percezionedi ritrovato benessere. In gergo tecnico: goal raggiunto (win- win).
Le tappe di questo viaggio (e le difficoltá nell'avanzare dall'
una all'altra) sono ben note a tutti i mediatori, ed allora perchè partire da un
riferimento ad una esperienza puramente spirituale, come quella dei
Ricostruttori?
Il motivo è semplice: la similitudine utilizzata tra la pratica dei primi (i
monaci) e quella dei secondi (i mediatori) valga come spunto per una
introspezione che, rendendoci più consapevoli del nostro ruolo, ci migliori.
Di fronte al quotidiano impegno nell'accogliere (con l'ascolto), nell'affrontare
(con misurata autorevolezza), nell'avvicinare (senza invadere gli spazi
personali) le parti, il ruolo e lo scopo del mediatore non è forse identico a
quello di un Ricostruttore?
Pensiamo a quante controversie tra persone legate da rapporti di parentela
(successioni, divisioni ereditarie) o di vicinato (condomini) giungono dinanzi a
noi: ogni volta ci troviamo di fronte a situazioni conflittuali portate spesso ai
gradi estremi, apparentemente senza possibilitá di soluzioni che non siano
quelle "calate dall'alto", da una sentenza che spesso non soddisfa nessuna
delle parti, perchè giunta tardi, o comunque non in grado, per sua natura, di
ricostruire un rapporto personale smarrito (a volte solo per mancato dialogo).
Ecco, siamo arrivati al termine del nostro viaggio: il mediatore deve
ricostruire, mattone su mattone, la casa distrutta da anni di sfiducia, di silenzi
veri o gridati, di incomprensioni, di rancori, mettendo a disposizione delle
parti il materiale occorrente, ed indicando loro come fare.
Se ci riesce, le persone che ha guidato in questa ricostruzione ne
guadagneranno non solo in termini economici, ma soprattutto come tali.
Quindi, osando, potremo affermare che una mediazione ben riuscita ha anche
un ruolo sociale estremamente importante: di ciò ogni mediatore deve essere
pienamente consapevole, per adoperarsi al meglio nella propria missione di
Ricostruttore.
M.Feri