Positivi i primi dati sull’efficacia della mediazione civile modificata dal “decreto del fare”.

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In queste settimane il Ministro della Giustizia è al lavoro per portare al termine quella che si annuncia la nuova riforma della giustizia civile con l’obiettivo della riduzione del contenzioso pendente.
In questo contesto sono stati diffusi i primi dati, seppur parziali, degli effetti prodotti nei giudizi ai quali sono state applicate le modifiche introdotte dal “decreto del fare ", ovvero la mediazione obbligatoria e la proposta conciliativa del giudice ex art. 185 bis c.p.c. .
Nel primo trimestre successivo all’entrata in vigore della nuova mediazione (ottobre/dicembre 2013) su 49 procedure conciliative completate, risultano 27 accordi a cui ha fatto seguito la cancellazione delle relative cause, oltre alle ulteriori 4 procedure ancora pendenti ma per le quali si è in fase di formalizzazione dell’accordo.
Trattasi, dunque, di accordi raggiunti nel 58% dei casi in cui la mediazione è stata esperita.
Dati incoraggianti quelli che emergono dal Tribunale Romano, sia in termini numerici, espressione degli accordi raggiunti, sia in termini giurisprudenziali, giacché si evidenzia una sempre maggiore spinta positiva di alcune Corti di merito (Firenze, Roma e Palermo) verso il consolidamento del “principio” di effettività dello svolgimento della mediazione.
I numeri, del resto, parlano chiaro, e ci rappresentano una lenta ma costante accettazione culturale del nuovo istituto ad opera degli operatori del diritto che iniziano ad apprezzare appieno la convenienza economica e temporale della mediazione civile.
Positiva è risultata anche l’attività di pubblicazione dei provvedimenti in materia di mediazione, come nel caso del Tribunale romano, attraverso cui si è inteso perseguire una sempre maggiore sensibilizzazione della nuovo strumento conciliativo, oltre a costituire in alcuni casi veri e propri esempi di buona prassi giudiziaria.
 









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